‘Amusement presunto colpevole: il grande equivoco delle ticket redemption’

Presentati a Rimini, durante la fiera RAS, i risultati della prima fase della ricerca che Università Roma Tre sta conducendo sui giochi senza vincita in denaro. Tra le risultanze, il fatto che non emergono studi che documentino la relazione tra pratica dei giochi d’abilità nelle sale gioco e dipendenza

‘Amusement presunto colpevole: il grande equivoco delle ticket redemption’; questo il titolo del convegno organizzato da Sapar e Consorzio FEE durante la tre giorni di Rimini Amusement Show ed Enada Primavera, seguito con grande interesse dagli operatori del comparto amusement-only in una sala gremitissima. L’evento ha sostanzialmente illustrato le prime risultanze di quella ricerca di studio che Sapar Service, Consorzio FEE e New Asgi Italia, con il supporto di Euromat, hanno commissionato all’Università di Roma Tre nell’autunno scorso con l’intento di realizzare per la prima volta uno studio scientifico approfondito sul gioco senza vincita in denaro, e in particolare indagare motivazioni, atteggiamenti e comportamenti dei fruitori di giochi senza vincita in denaro nelle sale per famiglie, con o senza redemption ticket.

Un’esigenza sentita come impellente e improrogabile dagli operatori – che è bene sottolinearlo, si stanno facendo interamente carico dei costi di questo studio che ammontano a svariate decine di migliaia di euro – visti i divieti già in atto o in via di attuazione in più Regioni d’Italia contro le ticket redemption, la lacunosità della normativa attuale, e le contrapposte visioni di produttori e operatori da un lato, e regolatori, istituzioni e opinione pubblica dall’altra.

Al convegno dunque, il professor Giovanni Mattia del dipartimento di Economia aziendale dell’Università Roma Tre ha spiegato nel dettaglio prima la metodologia scientifica adottata e poi i dati emersi a conclusione della prima fase della ricerca, quella che si è sostanzialmente soffermata sulla letteratura scientifica esistente sull’argomento. Infine ha sommariamente illustrato gli step successivi del progetto, i cui risultati finali dovrebbero essere pronti per fine 2019.

Per l’intervento del docente nella sua interezza, vi rimandiamo alla rivista Play Machine Europe (nostro organo stampa ufficiale), uscita di Marzo 2019, pagina 44. Potete leggerla anche in versione digitale gratuita cliccando a questo link: https://issuu.com/playmachineeurope

GLI INTERVENUTI (in ordine di apparizione)

Domenico Distante, presidente Sapar (relatore)

“Amusement presunto colpevole dice il titolo di questo incontro, vero? Io direi già colpevolizzato purtroppo, anzi noi siamo già condannati perché ormai in Italia si legifera con la massima facilità, spesso senza cognizione di causa. E si vanno così a colpire le ticket redemption, apparecchi che non hanno mai fatto male a nessuno e mai lo faranno. Il problema c’è purtroppo, certe regioni hanno già legiferato introducendo il divieto ai minori. Intervenire dopo che si è già legiferato è molto difficile, lo sappiamo, ma noi ci stiamo provando lavorando tutti insieme e questo studio può esserci di grande aiuto”. 


Paolo Dalla Pria, presidente Sapar Service (relatore)

“Siamo sulla buona strada. Sono convinto che da questi studi uscirà che i nostri giochi redemption non sono macchine nocive e sono completamente differenti dai giochi d’alea e che i giovani che ci giocano non saranno i futuri giocatori di slot machine. Lo fanno unicamente per giocare e divertirsi”.


Alessandro Lama, vicepresidente del Consorzio FEE (moderatore)

“Con questa ricerca nessuno potrà negare che stiamo proponendo una strada assolutamente lineare e scientifica che dimostra la nostra buona fede e volontà di capire se c’è un problema. È assurdo che dobbiamo essere noi a finanziare una ricerca, mentre altri stanno legiferando senza alcuna base scientifica. Ma l’amarezza deve diventare rabbia e la rabbia deve diventare attività; dobbiamo portare a termine il progetto di ricerca per poter ottenere qualcosa per poterci difendere”.


Vanni Ferro, presidente di New Asgi Italia (relatore)

“Abbiamo trovato un accordo bellissimo tra le 3 associazioni (e questa è già una vittoria) e oggi stiamo ottenendo un primo grande risultato. Questo studio, assieme al disciplinare a cui stiamo lavorando, è uno strumento che potremo portare sul tavolo dinanzi alle amministrazioni e istituzioni varie per abbattere il loro muro fatto solo di discorsi su ludopatia, azzardopatia ecc. È uno strumento importante che ci serve e lo dobbiamo portare avanti. I primi risultati pare ci diano ragione, ma attenzione dobbiamo anche essere coscienti che se ci saranno delle perplessità noi le dovremo affrontare”. 


Cristina Zanotti, vicepresidente New Asgi Italia

“Noi come associazione ci siamo e ci impegniamo, ma esorto tutti a lavorare tutti assieme e a fare sistema perché è necessario. Se il mondo delle redemption finisce, molte sale, soprattutto quelle stagionali chiuderanno. Noi rappresentanti New Asgi per l’Emilia Romagna siamo molto molto preoccupati perché ci sono delle cose che stanno avanzando molto velocemente nella nostra regione. Se la pubblicazione delle norme attuative sarà come pensiamo a breve, avremo solo 60 giorni per fare un ricorso in attesa che tutti i Comuni attuino le norme e adottino dei regolamenti dove predispongono le sanzioni, e questo ci sta preoccupando. È vero che allo stato attuale ci sono delle regioni che possono essere un po’ meno preoccupate dell’Emilia Romagna, ma si sa, tutto si può estendere a macchia d’olio”. 


Roberto Marai, membro fondatore di Consorzio Fee

“Siamo qui in tanti tutti accomunati da uno stesso interesse perché abbiamo tutti bisogno di portare a casa la fine di questi studi. Mancano però soldini e senza soldini di solito non si fa niente. Lancio quindi un appello affinché tutti contribuiamo a questa causa e io comincio autotassandomi e mettendo a disposizione una cifra importante”.


Avv. Francesco Badolato, consulente legale Sapar Service (relatore)


“Dalle risultanze dello studio presentate oggi mi par di capire che allo stato attuale non sono documentate correlazioni tra le ticket redemption e la compulsività. Questo è un risultato, non è il 100% perché dobbiamo aspettare la conclusione del progetto di ricerca, però sicuramente è già qualcosa”.


Fonte: Play Machine Europe, Marzo 2019

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